7 Marzo 2012 - La tv fa male, soprattutto se ti bombarda di cattive notizie dalla mattina alla sera. Guerre, calamità naturali a scelta, crisi economica galoppante, e i buoni che finiscono sempre più spesso vittime del male, rapiti come i cooperanti all'estero, o naufragi su navi da crociera. Questo eccesso di informazione può essere dunque nocivo per la nostra salute, soprattutto se le brutte notizie non vengono bilanciate da notizie dall'esito positivo.
Ci sono sempre state, è vero, oggi però è cambiato il mondo dell'informazione: le notizie non sono più trattate solo nei tg in modo didascalico, ma sezionate, analizzate fin dai minimi dettagli, chiamando in causa spesso e volentieri schiere di esperti, sia al'interno di questi spazi tradizionali sia entro nuove modalità comunicative come i talk show. Il tentativo di rendere i messaggi più chiari, di farli capire al grande pubblico, alla fine rende i messaggi stessi ridondanti, ossessivi, a volte anche contraddittori. E il pubblico finisce per rimanere invischiato tra il bisogno mai realmente soddisfatto di capire e l'esigenza di farsi una sua idea da discutere e argomentare poi a casa, a scuola o in ufficio come vede fare in tv. Come se non bastasse questo illude che la cattiva notizia faccia più ascolto della buona, col risultato che ce ne propinano sempre di più, a scapito del lieto fine che ormai è sporadico e relegato alle storie in coda ai TG o in qualche angolo sparuto del palinsesto.
Un'esposizione mediatica eccessivamente orientata alla cattiva notizia raggiunge il cervello e loinduce ad avere principalmentedue tipi di reazioni: l'indifferenza, con la perdita di empatia e compassione, come estremo metodo difensivo per mantenere l'equilibrio e il coinvolgimento totaleche 'assorbe' le negativitàsviluppando ansia, insicurezza sino a depressione e attacchi di panico. Una civiltà interconnessa e altamente informatanon può sottrarsi facilmente a questo 'blob' di informazioni negative; ed ecco che si crea così un 'umore collettivo', che si instaura e si propaga proprio come un virus.
E gli effetti si vedono. Negli ultimi mesi si è assistito a un aumento verticale delle richieste di aiuto per disturbi d'ansia generalizzata e per i suoi eventi più acuti, gli attacchi di panico. La gente sente un continuo senso di perdita, di stress, paura per il futuro che appare poco certo. Vengono riscontarti continuamente sentimenti amari, di perdita di fiducia e di speranza che possono gettare le basi della depressione. Gli attacchi di panico si manifestano con una paura intensa senza una causa particolare e durante lo svolgimento di normali attività quotidiane: guidando o al lavoro, a casa o in qualsiasi altra situazione. Respirazione accelerata, tremori, sudorazione profusa, nausea, palpitazioni, dolore al petto, sensazione di immobilità e morte imminente e perdita delle facoltà mentali li caratterizzano. Se non trattato, il disturbo porta a un ritiro graduale dalla vita sociale e aun decadimento della qualità di vita. La salute mentale dovrebbe essere considerata un diritto.Per questo sarebbe molto importante una maggiore collaborazione tra gli esperti della salute e il mondo dell'informazione: non potendo impedire che le brutte notizie arrivino, si può perlomeno impedire che diventino causa di altri mali.