L’amore è un mistero che ci proietta nelle pieghe più profonde del nostro essere e fa emergere anche quegli aspetti di noi più immaturi ed irrisolti, che non ci piacciono o che non desideriamo affrontare.
E in questa profondità talvolta incontriamo delle strade chiuse, senza via d’uscita; e lì l’amore, diviene un piccolo inferno personale, un mostro che noi stessi creiamo, ma di cui diveniamo vittime sacrificali. La vita stava prendendo a calci senza pietà Giovanna e tutto il suo mondo misurato e sotto controllo si stava sgretolando pezzo per pezzo. E, ironia della sorte, non erano i problemi quotidiani pesanti del lavoro e nemmeno la malattia epatica così dolorosa a piegarla; no, era una solitudine d’amore dentro di lei che stava rendendo impossibile continuare a vivere. E non riusciva a capire come tutto fosse precipitato così rapidamente. Una storia vissuta per due anni con Giorgio, niente di particolarmente importante, “un rapporto perfettamente sotto controllo” come lei stessa ammetteva, senza eccessivi entusiasmi, senza passione e forse senza molto amore, che un giorno Giovanna tronca, perché inutile e squallido.
Niente di tragico, lei, 26 anni, laureata, molto carina, in fondo non ha mai perso la testa per un uomo; non le piace la debolezza di dover dipendere da qualcuno, lei è come sua madre, forte e in grado di cavarsela sempre da sola. E allora perché? Perché di colpo il pensiero di Giorgio comincia ad inquinargli le notti, i sogni e le emozioni? Perché ogni mattina si sveglia con in bocca il sapore di un amore, che non c’è più? Perché il pensiero di lui la ossessiona dalla mattina alla sera, lo intravede tra la folla di un autobus, per poi scoprire che non è lui. Cos’è questa pazzia?
E Giovanna si ribella a questo tardivo amore, non lo vuole; si butta fra le braccia di altri uomini con volti che neppure ricorda il giorno dopo, si ubriaca di lavoro e di impegni, ma il pensiero di Giorgio è sempre lì, sempre; la voglia di alzare il telefono, con un gesto si smorza sempre a metà, la speranza di incontrarlo nei luoghi che lui frequenta e quando lo vede una sensazione infantile mai provata, paura, elettricità, un’emozione che ti paralizza e ti fa fuggire. Ma lei non può arrendersi a questi pensieri e a queste sensazioni che la consumano. E’ più di un anno che si è scoperta prigioniera di questo gioco grottesco e arrivare di fronte a uno psicologo che la aiuti a non impazzire è il segno della sconfitta peggiore: e lì scopre che l’oggi nasce da un confronto con se stessa che da anni corrode la sua anima.
Giovanna, tu non sai amare. Smettila di divincolarti e di scappare e abbi stavolta il coraggio di guardare la tua verità, il bubbone che da sempre avvelena la tua vita. E’ il vuoto esistenziale di un amore mai vissuto, di un’infanzia strangolata dalle mura gelide di una formalità, che ti ha fatto sentire le persone vicine più lontane che mai, divise da un oceano di indifferenza, unite solo dai doveri imposti e dalla paura dei sentimenti. Una bambina chiamata Giovanna che ricordi lontanamente nella mente, ma impressa nelle sue sensazioni, una bimba colma di bisogno di calore, stanca di sentirsi rifiutata dagli occhi gelidi di genitori troppo presi dalla loro vita, dai loro litigi silenziosi; quasi come se non avessero desiderato la tua presenza o addirittura la tua esistenza. E l’orgoglio, quello sì, è diventato il padrone incontrastato delle tue giornate nel momento in cui hai deciso: “Questa bambina fragile ed assetata di affetto non la farò più conoscere a nessuno”.
Arrenditi a te stessa, è da troppo tempo che ti stai mancando e il deserto arido che crei fuori e dentro di te non è un buon posto per sentirti a casa tua. E’ ora di ammettere che la tua più grande bellezza sta nelle tue debolezze di donna. Ammettilo e lasciati la libertà di vivere.
Il pensiero ossessionante di Giorgio è svanito come neve al sole, proprio nel momento in cui Giovanna ha riconosciuto se stessa e si è così riavvicinata alle sue emozioni.
Oggi, dopo parecchi mesi dal corso Esperienza, Giovanna ha conquistato la sua identità di donna, nel rapporto con un uomo con cui ha riscoperto le dolci sensazioni dell’appartenere a qualcuno. E come lei mi spiegava pochi mesi fa: “Essere amata è meraviglioso, ma scoprire di saper dare le emozioni della tua anima a qualcuno, dà un senso alla vita”. Apriamo le porte del cuore alla vita.
Dott. Duilio Zanelli