GRAN BRETAGNA 28 Luglio 2015 - Un bambino di 8 anni, Bailey, che vive in Gran Bretagna è affetto da paralisi cerebrale da quando aveva 18 mesi e presenta gravi difficoltà alle articolazioni. Nonostante questo ha sfidato la propria malattia, partecipando ad una competizione di triathlon e nel periodo precedente alla gara si è allenato provando a correre,
pedalare e nuotare nel lago vicino a casa sua. Nel corso della competizione il tifo per Bailey si è fatto sempre più fragoroso, in particolare negli ultimi metri che lo separavano dal traguardo: il padre lo seguiva a qualche metro di distanza, Bailey cerca di camminare sostenendosi al deambulatore e appare stremato dalla fatica. In un fotogramma si nota il bambino che rivolge lo sguardo alla folla e spinto dall’entusiasmo abbandona il deambulatore e percorre l’ultimo tratto della corsa senza sostegni, allargando le braccia quasi per volare, perde l’equilibrio, cade due volte ma si rialza e prende slancio come una farfalla ferita e riesce a raggiungere il suo traguardo sostenuto dall’incitamento e dall’entusiasmo della famiglia e del pubblico.
È complesso capire se siano state le incitazioni del pubblico a dare energia alla corsa di Bailey o se invece sia stata la forza interiore di questo bambino a dare voce alle persone che lo incoraggiavano.
La storia di Bailey che vince i suoi limiti ci insegna che non è importante vincere la gara arrivando ai primi posti sul podio, ma raggiungere i propri obiettivi con la consapevolezza che i sogni sono realizzabili.